luglio
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L’innocente divertimento della campagna è divenuto a’ dì nostri una passione, una manìa, un disordine.
— Sono queste le parole con cui Carlo Goldoni ci introduce al rituale della villeggiatura dei nobili veneziani.
Il commediografo veneziano, conosciuto come “geografo del turismo”, già duecentotrenta anni fa analizzava il fenomeno del turismo definendolo con il termine villeggiatura. I nobili veneziani erano soliti trascorrere i mesi estivi nella loro residenza di campagna per sfuggire al caldo afoso cittadino.
Mai come oggi queste parole ci sembrano attuali. La voglia di ripartire si trasforma in ritorno alla cara vecchia villeggiatura nella villa di campagna, dove ritrovare il tempo perduto nella privacy più assoluta.
Il Castello di Thiene è uno straordinario esempio di villa pre-palladia costruita a metà del XV secolo, tutt’ora residenza privata del conte Thiene. Un capolavoro di affreschi, sale maestose e un parco storico nel cuore della città di Thiene.
La dimora unisce le peculiarità di un castello a quelle di un palazzo veneziano e, più specificamente, a quelle di una “casa-fondaco“: che è, tutto in uno, una casa, un magazzino e un centro per le attività commerciali. Al piano terra dell’edificio e di fronte alla facciata del castello vi è una vasta loggia con cinque grandi portici; sopra di essa, al primo piano, una pentafora gotica, una vera rarità per un palazzo fuori Venezia.
Il castello fu probabilmente costruito dal noto architetto Domenico da Venezia. All’interno, le sue numerose sale sono ancora perfettamente arredate e comprendono una vasta collezione di ritratti di famiglia; di grande importanza sono gli affreschi dipinti da G. Battista Zelotti e G. Antonio Fasolo nel XV secolo.
Oggetti d’antiquariato come vestiti, accessori di moda e oggetti di uso quotidiano sono in mostra nelle sale “private”. Le scuderie, progettate dall’architetto Francesco Muttoni, risalgono all’inizio del XVIII secolo e si possono considerare piuttosto insolite e assolutamente spettacolari poiché sono adornate di colonne sormontate sono putti in marmo.
Un’ampia nobile corte con magnolie secolari e barchesse ai suoi lati, si apre sulla vista frontale del castello; sul retro l’ampio parco con cedraia, roggia e grotta.
Il plesso comprende anche la chiesa dedicata alla Natività della Vergine Maria, con oratorio, sacrestia e casa del cappellano.
Una struttura maestosa che contiene al suo interno capolavori della pittura: come rinunciare a visitare questo posto magico?
A pochi chilometri da Vicenza si trova il complesso della Villa Piovene – da Porto – da Schio, considerata una della più caratteristiche testimonianze dell’ingegnosità architettonica veneta.
Il progetto della villa è attribuito all’Architetto Antonio Pizzocaro che seguì le orme palladiane. La struttura è composta da tre magnifici residenze dove è possibile soggiornare. La residenza “Courtyard”, la residenza “Peschiera” ed infine “Il Cedro”. Il corpo centrale della villa presenta la classica struttura delle ville venete: un cortile interno contornato dal classico colonnato con le classiche barchesse e la Cappella. Il complesso fu fatto costruire dalla Famiglia Piovene nella seconda metà del ‘600.
Gli esterni sono tutti da vivere! Immergiti nella natura, fai viaggiare la fantasia: un ampio giardino con grandi viali di piante secolari e ampi spazi verdi saranno culla della tua mente. A rendere maggiormente di interesse la passeggiata nel parco di villa da Schio è la presenza di numerose statue a soggetto biblico e mitologico, ben 35 sono opere dell’officina del Marinali. Dopo aver percorso gli ampi viali si arriva davanti alla facciata esterna della villa dove si incontra il classico giardino all’italiana caratterizzato da siepi di bosso e da alberi di limone; a fianco la “peschiera”, una grande piscina in pietra, alimentata dall’acqua del torrente Poscola.
Villa da Schio è una meta a cui non si può rinunciare per chi è alla scoperta del Veneto.
Villa Angarano è una maestosa villa palladiana di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, che appartiene ed è tutt’ora abitata dalle sorelle Bianchi Michiel, discendenti da un’antica famiglia dogale.
Fu nel 1548 che Giacomo Angarano commissionò al suo illustre amico Andrea Palladio l’edificazione dell’attuale prestigiosa villa concepita, non solo come azienda agricola, ma anche come luogo di soggiorno.
Il progetto della villa è inserito nei “Quattro Libri dell’Architettura” (1570) di Andrea Palladio, che così la descrive: “E’ questo luogo celebre per i preziosi vini, che vi si fanno, e per li frutti che vi vengono, e molto più per la cortesia del padrone”.
I lavori iniziarono nel 1556, ma il corpo centrale rimase incompiuto. Di Palladiano nell’attuale struttura rimangono le barchesse che si chiudono sul corpo centrale d’impianto tipicamente barocco.
Villa Angarano è la destinazione perfetta per gli amanti di architettura e per chi vuole vivere i sapori veneti nella sua complessità. La villa è oggi azienda agricola gestita tutta al femminile.
Le 5 sorelle imprenditrici Bianchi Michiel portano avanti con valori ben radicati la produzione di olio e vini tipici veneti, senza dimenticare la caratteristica cortesia del padrone prima citata dal Palladio.
Il visitatore non è un semplice turista ma è ospite della villa.
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