agosto
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Intervistato da Forbes e altre testate giornalistiche, il Marchese Bernardo Gondi ha una storia alle spalle degna di un romanzo best seller. Dal turismo all’economia si è fatto strada nel mondo dell’enologia, sua più grande passione.
Si definisce “un vignaiolo romantico, fedele alla tradizione ma con un fervente spirito dedito al miglioramento”, il Marchese appartiene a una delle storiche famiglie di riferimento della nobiltà fiorentina, conosciute sin dal VII secolo.
La famiglia Gondi discende infatti dall’albero genealogico dei Filippi, armati cavalieri da Carlo Magno e collocati in Paradiso da Dante Alighieri nella sua celebre opera “Divina Commedia”.
Guerrieri, commercianti, battiloro e banchieri, i Gondi sono stati importanti figure di rilievo nella società internazionale. Mecenati di grandissimi artisti, hanno sostenuto e dato alla Chiesa personaggi molto conosciuti: Fra’ Marco Gondi ebbe l’abito dalle mani del Savonarola, il Cardinale Pietro Gondi seguì i lavori delle cappelle Medicee con Michelangelo a Firenze ed in Francia Piero Gondi fu vescovo di Parigi e convertì Enrico di Navarra futuro Enrico IV.
Amanti dell’arte, di politica e cultura i Gondi non hanno mai tralasciato la passione per l’agricoltura oggi portata avanti dal Marchese Bernardo Gondi.
Il vino è nel DNA dei Gondi ormai da 25 generazioni. Dal 1592 le vigne dell’azienda sono insieme all’amore per la famiglia, la cosa più importante, che viene tramandata di generazione in generazione.
Ma cosa appassiona di più Bernardo al vino?
“La cosa che mi appassiona è che ogni anno è tutto diverso, non si smette mai di imparare e confrontarsi. Per essere un buon imprenditore bisogna sapere di tutto un po’ dall’agricoltura all’enologia ma anche aspetti economici e di comunicazione. Quindi l’impegno e la dedizione al mondo vitivinicolo sono costanti e continui. Ciò porta ad arricchire te e le persone che ti circondano.”
Il motto di famiglia? “Non Sine Labore”.
Business e passione si incontrano non solo nel mondo dell’enologia ma anche nel patrimonio immobiliare della famiglia Gondi che vanta uno dei più spettacolari palazzi di Firenze. Palazzo Gondi insieme a Tenuta Bossi fanno parte dell’Associazione Dimore Storiche (ADSI) di cui Gondi ne è Vicepresidente. Insieme a Giacomo di Thiene, Presidente ADSI, si impegnano nella tutela e recupero del patrimonio storico-artistico.
L’attività svolta nelle dimore storiche è molto variegata e occupa circa 30mila addetti. Ogni anno vengono visitate da oltre 45 milioni di persone, tra studenti e turisti. Cinque volte tanto i visitatori del Louvre nel 2019. Stando al numero di ingressi, il fatturato annuale delle dimore storiche è di 272,5 milioni di euro.
Tuttavia, è tanto il potenziale ancora inespresso del patrimonio storico, artistico e paesaggistico nazionale.
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